Il Palio di Siena è patrimonio della città e del Mondo intero
Le affermazioni del Ministro del Turismo, On. Michela Brambilla, in merito alla decisione di valorizzare il nostro Palio di Siena come “patrimonio dell’umanità” iscrivendolo nei beni dell’Unesco (come peraltro è già il nostro bellissimo centro storico) rappresentano un duro e sprezzante attacco non solo alla Nostra città ma a tutti coloro che, pur non essendo senesi, amano Siena ed il Palio. Dichiarare che: «Proporre una candidatura all’Unesco significa individuare un simbolo in cui tutti gli italiani si identifichino. Sicuramente la pizza lo è. Non altrettanto si può dire per il Palio di Siena. Ciò che è accaduto in alcune recenti edizioni, mi riferisco alla amara sorte dei cavalli in gara, mi pare abbia diviso l’opinione pubblica e aperto discussioni» credo che dimostri non solo una forte ignoranza in materia di Palio ma anche scarsa sensibilità nei confronti di una città ricca di storia e di cultura come Siena.
Credo che sia da riconoscere, oggettivamente, che tanto è stato fatto e verrà fatto per garantire la massima sicurezza sia dei fantini che dei barberi durante i tre giri della carriera: purtroppo non esistono competizioni esenti da incidenti ed è un dolore immenso, per tutta la città, quando accadono. Il senese impara ad amare il Palio ed i suoi cavalli sin da piccolo, lo sente suo, lo vive con un sentimento indescrivibile di passione ed amore. Ma anche tanti non senesi hanno imparato ad amare il Palio e lo dimostra non solo l’enorme affluenza di pubblico durante i giorni di luglio ed agosto ma anche il grande numero di persone “adottate” dalle Contrade, persone che hanno imparato ad amare il vero spirito del Palio, quella sensazione di angoscia ed ansia che prende nel giorni che precedono la carriera, a fremere nei secondi in cui in tutta la Piazza del Campo, gremita di gente, scende un silenzio irreale prima di esplodere nel boato delle chiamate del mossiere.
Per questo credo che le parole di un rappresentante dello Stato Italiano, come la figura dell’On. Brambilla, a prescindere dalle convinzioni personali, dovrebbero sempre essere improntate con spirito di rispetto, tutela e promozione verso tutti gli Italiani e le loro espressioni, sia tradizionali che culturali che religiose. Credo che questi spiacevoli esempi, ancora una volta, dimostrano come la classe politica attuale sia assolutamente non rappresentativa della popolazione, in una sorta di despotismo mascherato da democrazia rappresentativa, in cui il cittadino debba solo votare liste bloccate e poi subire passivamente le decisioni di persone chiamate, con indubbi meriti e competenze, a gestire un Paese come l’Italia.
Credo che sia ora di dire basta.
Michele Pinassi – Movimento Siena 5 Stelle