Dimissioni del Sindaco Ceccuzzi
Nella nottata di ieri, lunedì 21 maggio 2012, il Sindaco di Siena Franco Ceccuzzi ha rassegnato le sue dimissioni perché “incapace di ricomporre la frattura insanabile” della maggioranza. Il giorno stesso si teneva il Consiglio Comunale che avrebbe dovuto deliberare, nuovamente e dopo due rinvii, sul bilancio consuntivo 2011. Bilancio che, come abbiamo visto, NON è stato comunque approvato (17 contrari e 15 favorevoli).
Vale la pena citare brevemente le cause di un tale atto, inaudito per una città come Siena, dove da oltre 60 anni vi era una egemonia politica che mai avrebbe permesso il commissariamento del comune (Fonte: IlCittadinoOnLine):
“Consiglieri, presidente, cittadini tutti,sono qui davanti a voi oggi per prendere atto, con grande dispiacere e amarezza, che a un anno dalle elezioni, la maggioranza che ha sostenuto questa giunta non esiste più e di conseguenza sono venute a mancare le condizioni per poter Governare la città.
[…]
E oggi dopo 12 mesi dal mio insediamento non posso che dare loro ragione. A maggio 2011 questa è la situazione che abbiamo trovato in Comune: tre bilanci chiusi in perdita con un disavanzo di oltre 6 milioni, con oltre il 42 per cento di uscite per il personale; 14 dirigenti, un alto tasso di indebitamento, una dipendenza dalla Fondazione ingiustificata nelle dimensioni che è andata assumendo.
In due parole, mancano i soldi. E con una Fondazione ormai spolpata, la difficoltà di reperimento delle risorse necessarie per pagare i mutui contratti dal Comune è diventato terreno di scontro tra i banchi della maggioranza. Voci del PD dicono che parte della responsabilità è da addebitarsi alle ingerenze del Presidente del Consiglio Regionale Toscano Alberto Monaci e dalla voglia del fratello Alfredo di avere un posto in Fondazione MPS.
Quello che non possiamo tollerare, come cittadini, è che Siena sia terreno di conquista da parte del PD e di tutti gli altri partituncoli che gli stanno attaccati in attesa che cada qualche briciola. Un fremito di sdegno dovrebbe percorrere la schiena dei senesi alla luce dell’accaduto, che hanno visto il loro secolare patrimonio svenduto in nome degli inciuci politici e delle poltrone, a Roma come a Siena.
Oggi Siena si risveglia più povera di prima, con una classe politica incapace di sostenere la responsabilità di gestire una città come Siena e di dare le risposte necessarie ai suoi cittadini.
Il prossimo anno, molto probabilmente, i senesi saranno chiamati nuovamente alle urne. Riusciranno a essere artefici del loro destino o delegheranno ancora, ai soliti noti, la gestione della città ?
Michele