Che fine hanno fatto i 10 milioni per l’orso marsicano? La UE avvia un’indagine
Maria Ferdinanda Piva – Spendere 10 milioni di soldi pubblici per proteggere gli orsi marsicani e vederli diminuire ulteriormente di numero: ora sono appena una quarantina.
Ci dev’essere qualcosa che non va. Infatti la Commissione Europea ha avviato un’indagine perchè 5 di quei 10 milioni sono fondi Ue. Gli altri vengono direttamente dalle nostre tasche.
Si riproducono felicemente, hanno cibo a sufficienza ma muoiono. Muoiono soprattutto per opera diretta – o per il disturbo – arrecato dall’uomo. E l’Ue vuole vederci chiaro.
L’avvio dell’indagine sugli orsi è stato annunciato la settimana scorsa dal commissario europeo all’Ambiente Janez Potočnik, nell’ambito della risposta ad un’interpellanza di un eurodeputato italiano, Andrea Zanoni. Tutti i link sono in fondo.
A Potočnik forse la situazione degli orsi non era tanto chiara. Infatti ha ringraziato (testuale) l’onorevole per aver fatto presente che il loro numero è diminuito di due terzi in appena 10 anni; che muoiono di incidenti stradali e di bocconi avvelenati; che sono soggetti al pericoloso disturbo provocato dal pascolo semi brado e dalle battute di caccia al cinghiale.
Con l’occasione il commissario europeo, in risposta alle domande contenute nell’interrogazione, ha tirato giù i conti. L’orso marsicano è una specie considerata prioritaria dalla direttiva europea Habitat, e dunque
Dal 2007 ad oggi hanno beneficiato di un finanziamento nell’ambito del programma LIFE+ tre progetti riguardanti l’orso bruno marsicano (ed altri carnivori), per un costo totale stimato a 10.224.707 euro, di cui 5.168.356 euro di contributo LIFE+
(…)La Commissione ha già avviato un’indagine (EU Pilot 3202/12/ENVI) per verificare che in tutte le zone dell’Abruzzo in cui è presente l’orso marsicano (Ursus arctos marsicanus) siano effettivamente vietate certe pratiche venatorie che potrebbero minacciare questa specie protetta
Una notiziola di cronaca aiuta ad avere un’idea più chiara della situazione. E’ stato necessario un ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) da parte delle associazioni ambientaliste perchè la Regione Abruzzo vietasse la caccia nelle aree tutelate in seguito alla presenza degli orsi.