Il culto del Duce soprende lo Spiegel
Gli italiani non hanno elaborato il loro passato, bensì lo hanno rimosso collettivamente. Gli attacchi con il gas in Etiopia contro i civili? Mai sentiti o dimenticati. L’aggressione all’Albania e alla Grecia? Sconosciuta. Solo così è stato possibile creare “il mito del buon soldato italiano”, ha dedotto già qualche anno fa Lutz Klinkhammer, dell’istituto storico tedesco di Roma.
Le leggi razziali di Mussolini del 1938, l’intervento italiano nella guerra civile spagnola a fianco di Francisco Franco e Hitler, deportazioni, fucilazioni di ostaggi? No, non può essere. Noi eravamo brava gente. I cattivi erano i tedeschi. E le poche colpe di cui ci siamo macchiati in fondo sono abbastanza veniali. Come ad esempio l’esilio forzato degli intellettuali dissidenti in contrade remote che, come ha affermato Berlusconi quando era ancora a Palazzo Chigi, erano tutt’al più delle “vacanze al confino”.
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