Impresentabili Pd, vincono cittadini e informazione libera
Mirello Crisafulli di Enna, Antonio Papania di Trapani e Nicola Caputo di Caserta, erano stati tutti ammessi alle primarie dagli organismi regionali del Pd. Poi qualcosa è cambiato. Il Fatto Quotidiano ha raccontato con dovizia di particolari le vicende e le inchieste (anche archiviate) che li riguardavano. Le loro storie sono state diffuse dalla Rete. Altri giornali concorrenti, dopo giorni e giorni di silenzio, si sono decisi a riprendere il tema. L’opinione pubblica, come dimostra la raccolta firme ideata da Franca Rame, si è mobilitata. E alla fine il partito di Pierluigi Bersani ha preso posizione.
Per una volta, insomma, anche in Italia è scattato quel principio di elementare prudenza che nelle democrazie mature porta a escludere dalle assemblee elettive chi ha frequentazioni criticabili (è il caso di Crisafulli filmato dalla polizia mentre discuteva di appalti con il boss di Enna Bevilacqua) o si fa notare per comportamenti non trasparenti (per esempio Papania che reduce da un patteggiamento è risultato in oscuri rapporti con gli uomini poi arrestati di una società per la raccolta rifiuti).