Io siciliano che avevo 2 anni oggi gli direi: “Ci scusi”
Quando ammazzarono Paolo Borsellino io avevo solo due anni. Ho sempre immaginato quel 19 Luglio. Una Sicilia rovente, città deserte, volti arsi dal calore estivo e una miriade di pupille infuocate che imploravano al sole di sospendere il suo furore. Perché tutto è sospeso da noi e anche il sole non può che adeguarsi. Sospesi gli sguardi, i passi, le strette di mano e persino le idee. Galleggiamo in un limbo, in cui tutto è confuso, incerto, sfumato.
Viviamo in apnea in una terra di mezzo, dove non siamo né in guerra né in pace, né tristi né felici, ma fermi. Stiamo lì, seduti in platea da anni, spettatori eterni, in attesa che ci restituiscano la nostra regione, mai pronti a prendercela, mai pronti a salire sul palcoscenico.
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