Fondazione MPS: Al peggio non c’è mai fine !
Non contento di essere ricordato come l’uomo che ha distrutto il MPS – con il compagno di merende Mussari, per tacere di altre e più altolocate complicità – il buon Mancini, il ragioniere più pagato d’Europa, non vuole rinunciare all’estremo insulto al popolo senese.
Sta tentando di tutto, contro tutti, per far approvare nei tempi più congeniali al suo PD lo Statuto della Fondazione. Abbiamo già più volte detto e ripetuto che chi ha distrutto la Fondazione, e con essa la città, non può in alcun modo arrogarsi il diritto di riscriverne le regole: a Mancini può essere a malapena concesso il diritto di chiedere scusa e farsi da parte, non prima di aver fatto tutti i nomi e restituito alla città un bel mucchio di soldi. Ma perché non si ingegna invece a diminuire gli enormi costi di esercizio della Fondazione, che ammontano a svariati milioni di euro l’anno, anche se ormai elargisce poco o nulla al territorio?
Il motivo di tale urgenza lo conosciamo tutti: la possibilità che a luglio il nuovo sindaco, magari il nostro Michele Pinassi, possa trovarsi a nominare gran parte dei deputati della Fondazione, non fa dormire il PD.
E come si fa a dargli torto?
La vittoria del MoVimento 5 Stelle porterebbe in Fondazione, per la prima volta nella sua storia, non personaggi impreparati e conniventi, con l’unico pregio dell’obbedienza di partito, ma persone oneste, competenti e capaci. Sarebbe troppo per una Fondazione MPS da sempre gestita come una ‘ndrina: ci sarebbe il rischio concreto che un manipolo di persone normali potrebbe generare una vera e propria rivoluzione, una volta entrati nella stanza dei bottoni.
La paura di Mancini ci incoraggia, ci fa capire che certi equilibri – finalmente – sono talmente in discussione da rendere improcrastinabile addirittura un cambiamento di regole in corsa: probabilmente i veri sondaggi dicono qualcosa di molto diverso rispetto a quelli che vengono abilmente fatti circolare. Insomma, la paura del PD e dei suoi finti avversari, in realtà fraterni amici a Roma come a Siena, è sempre più tangibile.
A Mancini e a tutti quelli che insieme a lui hanno stuprato la città – collaborando attivamente o facendo finta di non vedere, oppure opponendosi solo a parole e quando ormai non contava più – arrivi questo messaggio forte e chiaro: quando guideremo Siena non avremo pace finché non saranno perseguite tutte le responsabilità di questi anni orribili. Non lo faremo per vendetta, ma per giustizia. E per recuperare quelle risorse economiche che servono alla città per scrivere una nuova storia ed elaborare un nuovo modello economico.
MoVimento Siena 5 Stelle
www.siena5stelle.it