MOZIONE per attuare il divieto di coltivazione di organismi geneticamente modificati in tutto il comprensorio comunale
Siena, 09.04.2014
Al Sindaco del Comune di Siena
Al Presidente del Consiglio Comunale
loro sedi
MOZIONE dei sottoscritti consiglieri comunali Michele Pinassi e Mauro Aurigi, MoVimento Siena 5 Stelle, in merito al “Divieto di coltivazione di organismi geneticamente modificati in tutto il comprensorio comunale”
PREMESSO CHE
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un organismo geneticamente modificato (OGM) è un essere vivente che possiede un patrimonio genetico modificato artificialmente tramite tecniche di ingegneria genetica;
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non è consentito procedere alla messa in coltura di sementi transgeniche in assenza delle previste autorizzazioni di legge;
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con sentenza n. 11148 depositata il 20 marzo 2012, la Cassazione penale è intervenuta in materia di coltivazione di organismi geneticamente modificati (OGM) ribadendo l’esistenza nel nostro ordinamento del principio di coesistenza tra le diverse colture (convenzionale, biologica e transgenica), che deve essere attuato senza che le stesse possano reciprocamente compromettersi, in modo da tutelare le peculiarità e le specificità produttive di ciascuna ed evitare commistioni tra sementi, senza pregiudizi per le attività agricole preesistenti; dopo un articolato riepilogo delle norme interne e comunitarie vigenti in materia, la Cassazione evidenzia, in linea con quanto già affermato dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 116/2006), la presenza del già richiamato principio di coesistenza in materia. In buona sostanza, la disciplina comunitaria – si legge nella sentenza – si occupa di tutelare l’ambiente, la vita e la salute di uomini, animali e piante, ma consente alla normativa interna la possibilità di adottare le misure più opportune per limitare gli effetti economici connessi alle potenzialità diffusive degli OGM e, quindi, non compromettendo la biodiversità dell’ambiente naturale, così da garantire la libertà di iniziativa economica, il diritto di scelta dei consumatori e la qualità e la tipicità della produzione nazionale;
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il Parlamento Italiano ha approvato una Mozione in data 11/07/2013 che impegna il governo ad avvalersi della clausola di salvaguardia, di cui all’articolo 25 del decreto legislativo n. 224 del 2003, di recepimento della direttiva n. 2001/18/CE, al fine di evitare ogni forma di coltivazione in Italia di OGM autorizzati a livello europeo e di tutelare la sicurezza del modello economico e sociale di sviluppo dell’agroalimentare italiano e a prevedere, in relazione alla stagione delle semine avviata in gran parte del Paese, l’incremento delle attività di controllo per potenziare, d’intesa con le regioni, la sorveglianza sui prodotti sementieri in corso di distribuzione ed intervenire in presenza di sementi transgeniche non autorizzate;
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che a seguito della precedente, in data 12 luglio 2013, è stato emanato il Decreto interministeriale (Ministero della Salute, Ministero delle politiche agricole e alimentari e forestali, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare) di adozione delle misure d’urgenza ai sensi dell’art. 54 del regolamento (CE) n. 178/2002 concernenti la coltivazione di varietà di mais geneticamente modificato MON 810;
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che secondo quanto stabilito dal suddetto, la coltivazione di varietà di mais MON 81O, provenienti da sementi geneticamente modificate, è vietata nel territorio nazionale, fino all’adozione di misure comunitarie di cui all’articolo 54, comma 3 del regolamento (CE) 178/2002 del 28 gennaio 2002 di cui sopra e comunque non oltre diciotto mesi dalla data del presente provvedimento;
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in Italia tre quarti delle Regioni ed un numero crescente di Comuni (circa 3000 negli ultimi due anni con la prospettiva di arrivare a breve a 5000), si schierano contro le coltivazioni OGM e si sono dichiarati “liberi da OGM”, perché non è pensabile poter far convivere produzioni agricole OGM con le produzioni biologiche che, ormai ovunque, stanno assumendo un ruolo molto importante sia in termini economici, sia di presidio del territorio, coinvolgendo centinaia di piccole e medie aziende agricole, spesso formate da giovani imprenditori;
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che, ad oggi, non abbiamo la certezza scientifica che gli organismi OGM siano innocui per la salute umana e per l’ambiente;
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è nata la Coalizione “Italia Europa – LIBERI DA OGM” che è un vasto schieramento costituito dalle maggiori organizzazioni degli agricoltori, del commercio, della moderna distribuzione, dell’artigianato, della piccola e media impresa, dei consumatori, dell’ambientalismo, della scienza, della cultura, della cooperazione internazionale, delle autonomie locali e del mondo dell’associazionismo come Acli, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Agci Agrital, Aiab, Alpa, Assocap, Avis Cia, Cic, Città del Vino, Cna, Codacons, Coldiretti, Confartigianato, Coop, Copagri , Fedagri, Federconsumatori, Focsiv, Fondazione Diritti Genetici, Greenpeace, Legacoop Agroalimentare, Legambiente, Libera, Res Tipica, Slow Food, Unci, Vas, Wwf, che hanno come fine quello di promuovere la tutela della salute e della consapevolezza del consumatore, in Italia;
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Come si legge nella DICHIARAZIONE dei presidenti nazionali delle associazioni promotrici, le finalità della Coalizione sono tra l’altro:
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coinvolgere l’intera comunità nazionale in un processo di elevamento delle conoscenze scientifiche e della consapevolezza culturale, di ricoesione sociale, di democrazia partecipata, ampia e reale, su tematiche di così decisiva portata per l’Italia, l’Europa e il mondo;
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aprire una interlocuzione diretta con le istituzioni, nazionali e comunitarie, circa il modello di sviluppo dell’Italia e dell’Europa nell’ambito dei rapporti internazionali.
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CONSIDERATO CHE
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si ritiene necessario adottare, a fronte di possibili richieste di autorizzazione per iniziare a coltivare prodotti OGM, misure idonee a garantire la biodiversità degli ecosistemi locali, le produzioni di qualità e tradizionali che il territorio esprime;
SI IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
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a salvaguardia della salute umana, dell’ambiente e della biodiversità agraria, cioè delle produzioni agricole peculiari del territorio comunale, di emanare un’ordinanza che in ottemperanza alle disposizioni nazionali, vieti espressamente la coltivazione di tutti gli organismi geneticamente modificati nell’ambito del comprensorio di riferimento;
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ad introdurre, nei servizi di ristorazione collettiva gestiti dal Comune, un sistema informativo chiaro indicante l’eventuale presenza di OGM negli alimenti somministrati;
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ad aggiungere il titolo preferenziale per l’aggiudicazione dei bandi di gara emanati dal Comune per gli appalti pubblici di servizi e forniture alimentari destinati alla ristorazione collettiva, l’utilizzo di prodotti che non contengono OGM;
In fede,
Michele Pinassi
Mauro Aurigi
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