Le figurette dell’Amministrazione Valentini sul turismo a Siena
Si continua a discutere sui numeri degli arrivi e sulla media di soggiorno del turista a Siena.
Se da un lato è noto a tutti – tranne che a questa Amministrazione – che le permanenze incidono diversamente dagli arrivi, dall’altro in realtà quelli che contano davvero sono altri numeri, cioè quelli che descrivono quanto un turista spende giornalmente e quanto di questa spesa rimane effettivamente nel territorio. Questi sono gli unici indicatori in grado di dirci se un modello di offerta turistica funziona o meno.
Ad esempio se io vendo il prosciutto di Parma, e non quello fatto ad Asciano, questo non aiuta l’economia locale, o almeno non come potrebbe e dovrebbe. Al contrario, se un’amministrazione pubblica consente l’aumento dell’offerta di fast food, come ha fatto quella senese in Pantaneto, questo ha come conseguenza la svalutazione dell’offerta e la depressione dell’economia locale.
Per quanto riguarda l’offerta alberghiera è chiaro che l’aumento del mordi e fuggi, alimentato dalla miopia delle precedenti amministrazioni piddine, diminuisce l’attrattiva della città come polo turistico per le escursioni verso il territorio circostante: quindi meno tempo di soggiorno non solo per Siena, ma anche per tutto il comprensorio senese.
Poi c’è il problema del sommerso con centinaia di strutture che spesso fanno concorrenza sleale influendo – per altro – sulla diminuzione della popolazione residente nel centro, con serie conseguenze sullo spopolamento dei Rioni, e quindi sul venire meno del naturale controllo della città in merito a decoro e sicurezza.
Abbiamo parlato spesso – inascoltati – delle possibili soluzioni.
A partire dalla calendarizzazione di eventi consolidati nel tempo e con date certe, come richiesto da anni dalle imprese del settore, e soprattutto da un serio censimento degli immobili sottoutilizzati esistenti – anche di grande dimensione e di alto pregio storico artistico – per capirne le potenzialità e se sia possibile individuare un nuovo tipo di ”zonizzazione” capace di aiutare l’imprenditoria del divertimento e dell’offerta turistica senza penalizzare i residenti. In questo senso continuiamo a ritenere che il “Progetto Fortezza” – non certo nella versione mutilata e goffa proposta dall’Amministrazione – possa essere un’interessante via d’uscita, soprattutto se coniugata con la filiera corta dell’Enogastronomia e dell’Artigianato.
Sappiamo che si può fare, come recentemente sottolineato anche dal Comando Provinciale dei Carabinieri.
Ed è esattamente quello che faremo quando saremo alla guida di questa città, quando Siena avrà sindaco e assessori meno approssimativi, o per lo meno capaci di tacere in assenza di argomentazioni efficaci.
Movimento Siena 5 Stelle