Anno nuovo, bugie vecchie: l’incostituzionale buffonata delle elezioni provinciali
Anno nuovo, bugie vecchie.
Ci avevano detto che il parlamento era troppo lento nel legiferare, poi hanno trovato in 48 ore 20 miliardi per le banche. Ci avevano detto che le province sarebbero state abolite, e invece non sono state abolite, ma solo disastrate, e le importanti deleghe (come la lotta al bracconaggio, il controllo della fauna selvatica, la manutenzione dei fossi e delle strade provinciali) sono ancora nel limbo. Anzi, a tale proposito, molti non sanno nemmeno che il prossimo otto gennaio si terranno le “elezioni” per il rinnovo delle amministrazioni provinciali. Elezioni anomale – in perfetto stile Renzi + JPMorgan – visto che non sarà il popolo a votare, in virtù della riforma Delrio che dal 2014 riserva tale “privilegio” ai soli consiglieri comunali e sindaci. La deforma in realtà sta e stava tutta qui: nel proibire ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti nelle istituzioni, nel trasformare la democrazia della rappresentanza in un teatrino autoreferenziale in cui se la cantano e se la suonano sempre e solo gli stessi. Sempre e solo con i nostri soldi.
La novità sta solo nella crescente mancanza di pudore visto che, anche dopo un importante pronunciamento popolare che ha bocciato nel merito una riforma costituzionale autoritaria ed impopolare, i politicanti continuano imperterriti a proporre i loro schemi di potere, incuranti ed impuniti.
Così le province, rimaste nella Costituzione Italiana all’art. 114 come Enti di primo livello al pari delle Regioni e dei Comuni, saranno oggetto di elezioni da “secondo livello”, escludendo il popolo e pertanto, a nostro parere, incostituzionali.
Noi crediamo che, anche nel caso delle residuali e depotenziate istituzioni provinciali, laddove esistono elezioni e rappresentanze territoriali, queste debbano essere necessariamente espressione diretta della volontà popolare. Si chiama Democrazia.
MoVimento Siena 5 Stelle